domenica 28 aprile 2013

CDA a Teatro Geox a Padova - 27.04.13


In questi giorno avevo il timore che forse non sarebbe più stato come prima:le emozioni e i sentimenti che provavo quando le luci sul palco si accendevano e lui iniziava a cantare. Avevo paura di perdere l’unica cosa alla quale in questo momento posso aggrapparmi: la musica, la sua musica.. e se fosse stato cosi non so cosa avrei fatto, mi sarei sentita persa, sola e distrutta.
Ma tutte queste paure ieri sera all’aprirsi del sipario con lui che arrivava e iniziava a cantare sono svanite. Mi sentivo come sempre: adrenalina a 1000, voglia di cantare urlare, saltare e ballare, voglia di incitarlo. E ho iniziato ad assorbire come un spugna ogni singolo momento, ogni singola nota, parola o movimento perché volevo imprimerli nella memoria nel caso servissero per “tirarmi su”.
Una canzone dietro l’altra del nuovo cd che live sembrava prendere forma e vita, e mi faceva in certi momenti chiudere gli occhi, sognare, e vivere quella musica in quel preciso momento.
Poi il palco si chiude e si riapre con il meglio di De Andrè canta De Andrè e li riaffiorano ricordi indelebili di date trascorse, amici conosciuti e rivisti. Alternava qualche canzone a qualche battuta, o discorso sul tour, su suo padre su di lui, e io immobile ad ascoltarlo come bambola immobilizzata. Ma poi prende in mano il violino, il suo strumento, lo sguardo che ha nel suonarlo ogni volta mi fa perdere dentro a quel suono e a .. quello sguardo e vorrei che quel momento fosse interminabile.
E poi quel lungo momento in cui le luci ricadevano solo su di lui e tutto il resto del palco buio e in quel preciso istante, se io chiudevo, gli occhi era come se in quel teatro ci fossimo stati solo noi due e nessun altro: nessun altra voce, nessun altro strumento, solo noi.
Ma tutto finisce, tutto ha inizio e una fine e a me non resta che imprimere dentro di me quelle due ore e mezza di emozioni, pensieri e sentimenti e attendere con ansia il prossimo giro di boa.

Nessun commento:

Posta un commento